"cio' che e' vero risplende da sempre"
Questa frase (ripresa tra l'altro da molti occultisti) e' la presentazione piu' comune di Ishtar.
Ishtar la Grande Madre è nuda, poiché la Verità non ha bisogno di coprirsi di veli; è la principale divinità femminile del pantheon babilonese e assiro, e il suo culto si estese dai paesi mesopotanici a quelli circonvicini.
Sul suo capo spicca l'emblema lunare. Nella mano destra Ishtar ha una coppa, simbolo di gioia e abbondanza perché contiene il nettare della Vita.
Nella sinistra, un loto, fiore che nasce sott'acqua ma che diventa di purezza ineguagliabile una volta sbocciato alla superficie. Il significato è dunque chiaro e fedele all'assioma del vero magista: "Ex tenebris ad Lucem...".
Ishtar come detto e' una Dea di origine medioorientale che inizio' ad essere presente nell'italia medirionale alla fine dell'impero romano. La Dea della Luna il cui culto era forse il più diffuso durante l’antichità era appunto la babilonese Ishtar.
E' la divinita' delle donne attive, audaci, guerriere. Ishtar è una personificazione di quella forza della natura che rivela se stessa come colei che dà e toglie la vita. Essa è la Madre di Tutti.
Evocata per difesa dalle donne prigioniere del focolare domestico del primo medioevo, donava loro i mezzi per alleviare le pene, uccidendo se necessario i mariti che la donna aveva dovuto sposare per forza, causando impotenza nei mariti che pretendevano il "dovere coniugale" e portando malattie veneree ai mariti infedeli...
"...io doeti sposar mio marito per forza, mia siora..non lo volio ne lo volevo
-allora abbandonalo
-non posso, non avrei ove andar..siam sposati finche' morte non ci separi
-bene, questo matrimonio avra' il suo promesso guadagno : morte vi separi, dunque!"
Aiuta tutte coloro che hanno bisogno di una indipendenza economica, tutte coloro che si trovano in difficoltà dopo un divorzio, tutte coloro che hanno trovato il coraggio di cambiare vita.
Viene evocata spesso quando una delle partecipanti al sabbah e' in difficolta'.
Ishtar possiede un carattere duplice. Non è soltanto la dispensatrice della vita ma anche la distruttrice come la luna, nel suo periodo crescente tutte le cose si sviluppano, e nella sua fase calante tutte le cose «sono diminuite e rese infime».
Ma questa non è la fine, la luna crescente ritorna di nuovo. La luce subentra all’oscurità anche quando l’oscurità vince la luce. La Dea della Luna appare ancora una volta nella sua fase creativa e benefica. Ishtar, “la via, la vita, la salvezza degli uomini e degli Dei; e tuttavia la medesima che è rovina, morte, e distruzione”.
Ishtar regnava, successivamente, su tutti i cicli o mesi lunari dell’anno; e la fertilità dell’anno, tutto ciò che era nato durante i dodici mesi, veniva considerato un suo frutto.
Ishtar è considerata Regina sia degli Inferi che del Cielo e della Terra poiché come Luna essa passa attraverso i Mondi Superiore e Inferiore.
Quando la Signora Ishtar era via negli inferi, sulla terra cadeva una terribile depressione e disperazione. Durante la sua assenza non poteva essere concepito nulla. Né gli uomini, né gli animali, alberi o piante potevano moltiplicarsi, e, cosa ancora peggiore, non lo desideravano neppure. Il mondo intero viene descritto sprofondato in una sorta di inattività senza speranza, in lutto in attesa del suo ritorno. Era soltanto dopo il suo ritorno sulla terra che la fertilità, e anche del desiderio sessuale, poteva ritornare ancora una volta operante.
Fonti: Il Risveglio della Dea, Il Cerchio della Luna.