I celti sono, e saranno per sempre la popolazione che più mi affascina. Con la loro storia intrisa di magia, con i loro canti spirituali e con i loro druidi attirano la mai curiosità oltre ogni dire.
L'origine lontana delle genti dette "celtiche" è tuttora un argomento controverso, sebbene le principali scuole archeologiche concordino con la visione di un ceppo indoeuropeo che, dopo un più o meno lungo stanziamento nelle steppe caucasiche a contatto diretto con popolazioni scitiche, si sarebbe messo in marcia verso il Centro-Europa, giungendovi alfine attraverso i Balcani e dilagandovi attraverso la pianura Padana e il corso dell'alto Danubio. Ma prima, in quell'oscura epoca che vide genti indoeuropee invadere l'egitto e farvi fiorire la civiltà, fondare gli imperi degli Hittiti e dei Marcomanni, dilagare in Grecia dando il via alla "cultura classica" e colonizzare il Lazio ponendo le basi della grandezza di Roma; prima di tutto ciò, chi erano questi "indoeuropei"?
Un originale contributo alle possibili risposte a questa domanda viene qui presentato dall'intervento del Dottor Farinacci, che certo in futuro farà molto discutere. Venendo a contatto con i popoli megalitici che già popolavano l'Europa i Celti, più di altri gruppi indoeuropei, vi si mescolarono e ne assorbirono profonde conoscenze matematico-astronomiche che ancora oggi affascinano gli archeoastronomi.
"L'enigma della stele di Turoe" scritto dal Dottor Adriano Gaspani, ormai noto , ci avvicina un po' di più proprio a questo tipo di problematiche, ponendo l'accento sui dati archeologici e sulle domande senza risposta che da essi scaturiscono.
Ma passando ai Druidi...
I Druidi
La vita pubblica e privata dei Celti era sotto il controllo dei Druidi, considerati al vertice della piramide sociale, ma indipendenti dai meccanismi che la regolavano.
Essi presiedevano al culto ed esercitavano la loro autorità nella sfera morale e culturale. Mediante "specializzazioni" vi erano tra loro sacerdoti, astrologhi, interpreti dei segni divini, giudici, maestri e uomini di scienza. Risulta quindi riduttivo definirli "sacerdoti".
L'istituto druidico oltre che una caratteristica originale della società celtica, era anche un elemento unificante tra le varie tribù, dal Nord Europa alla Galazia. Infatti, vi erano periodicamente assemblee di Druidi appartenenti a tribù diverse, che potevano essere anche in guerra tra loro.
Esonerati dal sevizio militare, quando non celebravano i loro "riti", facevano "scuola all'aperto", richiamando da ogni parte giovani e adulti che accorrevano spontaneamente ad ascoltare i loro insegnamenti, a volte arrivando a studiare per vent'anni.
Nonostante fosse diffuso l'uso dell'alfabeto greco, la trasmissione del sapere era essenzialmente orale e basata sul continuo esercizio della memoria.
Scopo dell'insegnamento druidico era la conoscenza della natura, delle sue energie, telluriche e cosmiche, delle sue leggi e dei suoi ritmi. Da ciò nasceva un rapporto molto stretto, rispettoso e armonioso con la natura.
I Druidi, nel risolvere le controversie pubbliche o private, valutavano i motivi del contendere e stabilivano le pene e i risarcimenti, sia che si trattasse di reati penali, fino all'omicidio, o civili, come le questioni di eredità o di confine. Se il singolo o l'intera tribù non accettava il loro verdetto essi ricorrevano alla massima pena: l'interdizione ai "riti", che comportava l'isolamento dal resto del popolo.
I druidi erano sacri, chi li uccideva era maledetto. La loro magia aveva dell'incredibile. Nelle loro menti si conservava tutta la storia di quel popolo. I LORO CANTI ERANO LA LORO STORIA E OGNI CANTO VOLEVA NARRARE UN EVENTO DIVERSO. Nelle menphis delle montagne dell 'inghilterra si narra di draghi che di notte infuocavano i versanti delle colline emettendo rumori agghiaccianti. Esso non erano altro che i rumori delle fucine celtiche.
un popolo stupendo
un popolo da non dimenticare